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Gli Odds nel Texas

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Messaggio  Admin Gio Ott 02, 2008 12:22 pm

La maggior parte dei giocatori di poker capisce istintivamente che l’ammontare del piatto in gioco vada ad influenzare il modo in cui una mano andrà giocate: solitamente con piatti corposi i giocatori si limitano a dei call se non hanno già un’ottima mano, perchè sperano di migliorarla senza impegnare altre chips. Per quanto questo sia spesso corretto, non vuol dire che il giocatore

conosca a fondo il modo in cui una mano vada giocata in base all’ammontare del piatto: una perfetta comprensione del come comparare le proprie possibiltà di vittoria con la quantità di denaro nel piatto aiuta a prendere decisioni più accurate durante il gioco, per cui ogni tanto dovremo fare qualche calcolo matematico per capire quante siano le nostre reali possibilità di vincere il piatto.

Quando si parla di Pot Odds si fa riferimento alla relazione tra il denaro del piatto e il costo della puntata. Se nel piatto ci sono 100$ e una puntata ci costa 20$, il piatto ci offre un rapporto 100 – 20, ovvero 5:1. Quando paragoniamo questo dato con le possibilità di fare nostra la mano possiamo decidere se limitarci ad un call oppure se eseguire una puntata.

Quando abbiamo un progetto per la nostra mano, prima di agire dobbiamo valutare quante possibilità abbiamo che il nostro incastro si verifichi: ci sono molti metodi per farlo, ma quello più semplice è cercare di calcolare quante sono le carte a noi favorevoli. Ad esempio, se abbiamo un progetto per chiudere una scala, dovremmo avere otto outs. Ci sono 52 carte nel mazzo e noi ne conosciamo 5 (le nostre 2 più le tre del flop). Quindi rimanogno 47 carte. Se togliamo le 8 carte che possono aiutarci, otteniamo che ci sono 39 carte „sfavorevoli” e 8 favorevoli, quindi il rapporto è di 39-8. Questo significa che abbiamo 8 possibilità di vincere il piatto e 39 di non vincerlo, siamo vicini ad un rapporto di 5-1 (precisamente 4.88-1). Se lo paragoniamo all’esempio fatto precedentemente di un piatto da 100$ con 20$ da puntare, il rapporto sarebbe simile e quindi possiamo dire che la nostra è una puntata che si può fare. Se la puntata necessaria fosse stata invece di 30$, basata solo sul pot odds, sarebbe stato meglio non rischiare (per quanto avremmo potuto tentare ad esempio un bluff).

Un altro aspetto da considerare sono la quantità di denaro che faremmo nostra vincendo la mano (implied odd) o che perderemmo non vincendo la mano (reverse implied odd). Nel caso di una scala da concludere potremmo ad esempio rischiare una puntata se pensiamo di poter guadagnare poi più denaro nel seguito della mano. Se il piatto offre un rapporto 4-1 e dobbiamo offrire in rapporto 5-1, potremmo chiamare al flop se fossimo certi di poter ricavare due puntate alte al turn al river e vincere la mano. Questo è un esempio di implied odd.
Di contro ci sono i reverse implied odd, che si verficano quando saremo noi a pagare perdendo la mano. Ad esempio se abbiamo un asso e un re a non troviamo la coppia al flop, dobbiamo considerare che potremmo vincere la mano anche ottenendo solo un asso o un re al flop o al river, però rischieremmo anche di perdere la mano magari dopo aver dovuto puntare.

Per questa ragione dobbiamo stare sempre molto attenti al numero di out a disposizione quando calcoliamo il pot odd. Nella situazione descritta prima dove abbiamo asso e re (AK), le carte che usciranno al flop ci possono portare ad una decisione adeguata; ad esempio supponiamo che escano 9,10 e jack di cuori, mentre noi abbiamo asso e re di picche. Qualsiasi tipo di puntata su questa mano sarebbe quasi folle, perchè l’unica carta che potrebbe farci realmente sperare di vincere la mano sarebbe un asso (non di cuori) e anche in quel caso potremmo non avere la mano migliore.
Se invece il flop fosse 2,7 e 9 avremmo buone possibilità di vittoria con asso o re, in questo caso potremmo rischiare un poichino in più. Non possiamo però considerare 6 out (3 assi e 3 re) a nostra disposizione, perchè c’è comunque la possibilità che un altro giocatore abbia in mano asso e 7 o asso e 9, quindi avremmo 4.5 outs. E’ quindi molto importante la propria capacità di giudizio nel caoclo degli out a propria disposizione.

Un’altra situazione dove dovremo affidarci in gran parte alla nostra capacità di giudizio è quando tutte le carte sono uscite e dobbiamo valutare se fare un’ultima puntata oppure no. La formula è la stessa, dobbiamo comparare le possibilità di vittoria al denaro disponibile nel piatto, in questo caso però dovremo usare più il ragionamento che la matematica. Se ad esempio il nostro avversario punta 20$ su un piatto da 100, saremmo di nuovo in rapporto 5:1, il problema è che la nostra mano è scarsa: dobbiamo quindi basarci sullo stile di gioco dell’altro giocatore per capire se il suo è un bluff e se vale la pena correre il rischio di andare a vedere. Non c’è modo per essere precisi in queste situazioni, ma l’esperienza di gioco che accumuleremo durante le partite ci aiuterà a diventare più accurati nel prendere queste decisioni.

Dobbiamo poi considerare i pot odds che offriamo noi ai nostri avversari quando abbiamo una buona mano a disposizione: se il piatto è abbondante dobbiamo fare qualsiasi cosa per vincerlo, e per questo solitamente dobbiamo eliminare più giocatori possibile. Ad esempio spesso dovremo eseguire dei check-raise per costringere gli altri giocatori a due puntate piuttosto che una.
Insomma dovremmo tentare di vincere il piatto il più velocemente possibile per evitare che anche gli altri giocatori possano ottenere mani vantaggiose. Di contro, con i piatti più piccoli possiamo giocare in maniera meno aggressiva.
Teniamo sempre a mente l’ammontare del piatto e gli errori compiuti comunemente dagli avversari che abbiamo di fronte, in modo da forzarli all’errore con le nostre giocate.

Calcolare i pot odds e compararli alle nostre possibilità di vittoria non è certamente semplice all’inizio, ma con la pratica ci verrà quasi naturale, praticamente non dovremo nemmeno concentrarci sul calcolo ma lo faremo in maniera spontanea; se non uniamo comunque i calcoli matematici ad un ragionamento di base, rischieremo di pagare a caro prezzo i nostri errori.
Sfruttare invece ragionamento e matematica insieme ci aiuterà a giocare in maniera corretta e ad evitare mosse che potrebbero costarci molte chips!
Ricordiamoci anche di memorizzare quando possibile le possibilità di migliorare la nostra mano con la carta successiva, ecco un piccolo schema che su un mazzo di 47 carte coperte mostra le possibilità di miglioramento della propria mano in base al numero di outs.

Outs Possibilità di migliorare la mano

1 outs (46-1)
2 outs (23-1)
3 outs (15-1)
4 outs (11-1)
5 outs (8-1)
6 outs (7-1)
7 outs (6-1)
8 outs (5-1)
9 outs (4-1)
10 outs (7-2)
11 outs (3-1)
12 outs (3-1)
13 outs (5-2)
14 outs (7-3)
15 outs (2-1)
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